Blog di guerriglia semiologica e resistenza culturale


"LA REALTA' E' UNA MALATTIA." Valentino Picchi


mercoledì 11 novembre 2020

EREGGEL A ERARAPMIER (A CACCIA DEL METATESTO)

Qualunque cosa tu stia facendo, qualunque sia il luogo in cui ti trovi in questo momento, prova a immaginare la realtà intorno a te come un testo scritto: una storia che stai "leggendo". 
Il testo è la realtà così come si presenta ai tuoi occhi, o meglio, al tuo ascolto: dalle modalità più elementari con cui sei abituato a interpretarla traendone le utilità più semplici e immediate (per esempio bere un bicchiere d'acqua se hai sete), a quelle più complesse che ti permettono anche di attribuire un significato al tuo parteciparvi (per esempio riflettere sulla circostanza, affatto scontata, di avere dell'acqua a disposizione quando hai sete).
Definiremo "contesto informativo" questa e ogni circostanza in cui ti trovi ad agire dal momento in cui inizi a "leggerla", cioè a osservarla e interpretarla nel modo in cui essa si presenta alla tua intelligenza (1).
Il contesto informativo (o "testo partecipato") è fornito dalla somma dei soggetti, degli oggetti e delle azioni che in esso partecipano e sono osservabili da un ipotetico lettore anch' egli coinvolto; il lettore modula il suo comportamento in funzione delle informazioni che riceve e di conseguenza, agendo, partecipa a sua volta alla caratterizzazione del contesto informativo stesso.
Sul contesto informativo, ai fini della sua osservabilità, pesa un' "elezione" ossia la scelta da parte del soggetto di interrompere per così dire il flusso narrativo spontaneo della realtà ("testo") per isolarne una porzione e iniziare a leggerlo (2).
Come paradigma esemplare di contesto informativo pensiamo all'incrocio stradale: sei immerso nel traffico, il semaforo è rosso e stai pensando agli affari tuoi; a un certo punto riporti l'attenzione al tuo presente immediato ossia sul fatto che ti trovi a un incrocio (elezione) e stai fermo in attesa che scatti il verde (lettura). L'incrocio, i semafori, le auto coinvolte e gli eventuali pedoni costituiscono il testo, la situazione così com' è nel suo complesso che si offre alla tua lettura. Scatterà il verde e probabilmente attraverserai l'incrocio per proseguire il tuo percorso, ma cosa avrà determinato il tuo gesto e dunque la prosecuzione della "storia"? Si tratta di ciò che definiamo "metatesto", nella specie, la luce verde del semaforo (3).
L'accensione della luce verde ha un valore semiotico, efficace solo se generalmente accettato, che indica il permesso di procedere col tuo mezzo in condizioni di sicurezza; il metatesto, all'interno di qualsiasi contesto informativo, richiede una risposta da parte del lettore, chiede il superamento del testo attraverso un comportamento (nell'esempio del bicchiere d'acqua è la forma del rubinetto a costituire metatesto: il rubinetto "si aspetta" e ti invita a quella azione che genererà il contesto informativo in cui ti vedrai, o verrai visto, bere un bicchiere d'acqua) che definiamo "ultratesto" (4).
Proviamo adesso a sostituire "il semaforo" con strumenti quali televisione e social-media. La narrazione mediale - derivi essa da radio, TV o internet - è parte integrante del nostro testo quotidiano: ci confrontiamo con essa come con il famoso semaforo nei crocevia delle nostre scelte, piccole o grandi che siano, secondo l'economia delle nostre opinioni. Premere un ideale tasto "stand by" del flusso mediale concentrando l'attenzione su un testo scritto che ci appare su Facebook o su un servizio al telegiornale, significa dunque generare contesto informativo e poter aprire la caccia a un metatesto, cioè a quell'inerzia nascosta all'interno del testo che si presenta al nostro sguardo la quale ci invita a una reazione comportamentale, proprio come il nostro caro semaforo, in modo più o meno complesso.
Ecco un esempio che per facilità di reperimento e attualità può risultare facilmente esemplificativo:
"L'obiettivo è tenere la curva sotto controllo. SE RISPETTIAMO LE MISURE DELL'ULTIMO DPCM, abbiamo buone possibilità di affrontare Dicembre con una certa serenità", ha quindi detto Conte, prima di lanciare la bomba, "in caso contrario si potrebbe presentare la necessità di operare un lockdown generale, che dobbiamo provare a scongiurare in ogni modo". (Estratto dall'articolo di un quotidiano).
Il metatesto in questo caso è contenuto nella frase in maiuscolo: se proviamo a sostituirla con la frase "SE LE MISURE DELL'ULTIMO DPCM SI RIVELERANNO EFFICACI" emerge chiaro un metatesto che punta allo spostamento della responsabilità da chi attua il provvedimento in capo a chi lo subisce: il perseguimento dell'obiettivo (tenere la curva epidemica sotto controllo) dipende dal comportamento dei cittadini a prescindere dall'efficacia intrinseca del DPCM; il metatesto si appella dunque a una determinata condotta da parte del lettore "passate col verde!" liberando il narratore dal rispondere dell'effettivo funzionamento del semaforo.
La realtà è linguaggio, ogni nostra azione è letteratura capace di generare contesto e informare per generare ulteriore letteratura, non sappiamo se e come ci verrà chiesto di renderne conto ad altri più che a noi stessi, nel dubbio dobbiamo evidentemente preoccuparci di reimparare a leggere nelle cose e nei tempi ciò che, nel suo vocabolario elementare, anche un semaforo può suggerirci.

HECHIZO  VP

NOTE

[1] Intelligenza è infatti la tua facoltà di inter-legere tra le pieghe della realtà.

[2] L'interpretazione della realtà, intesa come lettura, è data dal disposto combinato della sequenza 
e-leggere/leggere/inter-legere.

[3] Dal greco "SEMA" segno e "PHOROS" che porta: il semaforo è dunque un veicolo linguistico, ma anche un  cucchiaio lo è, o una scarpa... ogni oggetto, ogni porzione di realtà esprime segni, ci parla: tutto è linguaggio, tutto          è... semaforo.

[4] In altra sede approfondiremo il concetto di ultratesto e degli altri elementi che compongono il contesto informativo.