Blog di guerriglia semiologica e resistenza culturale


"LA REALTA' E' UNA MALATTIA." Valentino Picchi


domenica 25 luglio 2021

AGENDA DEL COLLASSO: "Il neoprogressista"

Il neoprogressista ha fede nella scienza... Esatto: fede nella scienza, o meglio in ciò che lui voglia credere sia "scienza", d'altronde la fede è fede... mica scienza. Lui è sveglio, ha studiato, si informa: è così informato che sa anche dov'è che tu prenda le tue informazioni, così "studiato" da dare per scontato che tu non lo sia, magari più di lui.
Il neoprogressista è decisamente "di sinistra", o almeno lui ha fede in questa ipotesi: è così di sinistra da apprezzare un banchiere come capo di governo; ama certo la lotta di classe e giura che continuerà ad amarla ancor prima di capire quale sia la sua classe di appartenenza o cosa sia una "classe sociale".
Il neoprogressista ama Papa Francesco, che è neoprogressista pure lui perché quasi non sembra manco un Papa e non porta l'oro addosso: si bada alla sostanza qui, anzi alle sostanze.
Il neoprogressista ha delle figure di riferimento per orientarsi in questo casino di virus e vaccini: Mara Venier, Amadeus, Bonolis, Ambra Angiolini, J Ax, il CT della nazionale di calcio (ricordate? Lui crede nella Scienza).
Il neoprogressista, ovvio, è antifascista ma siccome appunto è antifascista si concede qualche libertà: se la concede specialmente sui social quando parla di lasciapassare obbligatori o di diritti costituzionali da negare a taluni piuttosto che ad altri... Ma solo sui sui social, che sono il terreno politico del suo antifascismo: la strada, i comizi, le molotov, le Feste dell' Unità sono medioevo. Ah ecco, Medioevo... tutto ciò che lo disgusta o gli sembra superato lui lo chiama così: "medioevo", beh ne sa pochino di arte o architettura medievali, ignora i progressi scientifici e civili avvenuti in quell'epoca ma oh.. non è che il neoprogressista può sapere tutto lui, studiatevela la storia.
Diciamocela tutta però: c'è anche il neoprogressista "di destra"... Un po' meno numerosi ma esistono: facile riconoscerli, sono quelli che si vergognano di essere di destra, quelli del "figurati ma io ho tanti amici omosessuali", quelli antieuropeisti che apprezzano il governo col banchiere europeista di cui sopra, quelli contro il ddl Zan ma solo per alcuni dettagli, contro il Green pass ma solo per certe questioni, quelli contro il vaccino obbligatorio ma solo per taluni aspetti... Non sarebbe così strano incontrarli a un concerto dei 99 Posse con la canna in bocca, perché loro sono di destra mica fascisti oh... e come si incazzano se gli dai del fascista: "Sono di destra, POSSO?"
Il neoprogressista di sinistra ama il migrante perché gli ricorda del culo che ha avuto a nascere nella parte giusta del mondo e gli concede pure il lusso di una filantropia da pianerottolo: lui la porta di casa continua a chiuderla ben bene la sera, intorno ai suoi comfort; il neoprogressista di destra invece lo odia il migrante, ma per gli stessi motivi... però ha un sacco di amici negri.
In definitiva, il neoprogressista ha fede nell' esser cresciuto con una, secondo lui, grandiosa - se pur perfettibile, perché ha fede nella sua modestia -  idea di libertà che potremmo sintetizzare nel noto adagio "la tua libertà finisce dove inizia la mia" (o viceversa), che detta da un M. L. King qualunque nell'America dei 'sessanta ha un senso, ma detta da lui - che forse l'ha ascoltata in Tv,  trovata su internet o in quei cioccolatini con gli aforismi dentro - diventa una roba impraticabile, un controsenso che attribuisce un limite arbitrario a ciò che - ipsa natura rei - non può essere limitato e tanto meno per arbitrio; tale contraddizione è ad ogni buon conto normale per chi forse è cresciuto non con una genuina idea di libertà, essa intesa come ideale collettivo fondante un principio di civiltà, un orizzonte culturale da spostare sempre "in avanti", ma con la sua sofisticazione: stipendio, bancomat, auto, casa, vacanza, ristorante ecc. ossia l'artificio di una individualità preconfezionata di cui il collettivo diviene mera moltiplicazione burocratica, su cui al massimo puoi fondare proprio ciò che osservi oggi: e al neoprogressista piace finché ha i suoi motivi per considerarsi migliore di te e per andare allo stadio, d'altronde la collettività da lui percepita non è altro che un'estensione del suo punto di vista... di più: un atto di fede nella società così come gliel'ha incartata Mc Donald's.
Il neoprogressista fondamentalmente, a dispetto della sua sicumera, è un individuo confuso e suggestionato... basta poco a gettarlo nel panico: un telegiornale, un film di Nolan, un "buh!", una minaccia qualsiasi alla sua religione perfetta per vederlo inveire scappando dietro a un algoritmo e portandosi appresso tutto il pulpito (in genere preso all' Ikea e montato con gli amici del "padel") del suo progredito ottimismo, comunque ignaro dell'eventualità per cui nel migliore dei mondi possibili, lui possa rappresentare il peggiore dei casi politici possibili.

HECHIZO♠️

lunedì 19 luglio 2021

AGENDA DEL COLLASSO: "Tutti al mare!"

Un siero può essere inoculato come un pen-siero può essere inculcato; la combinazione chiastica fra i termini ha sede nel di loro Oriente etimologico: entrambi ti scorrono dentro, ti... fanno, e funziona meglio del 5G perché ti dirigi da te: il "pensiero" è peso, il "siero" qualcosa che scorre, sei un fiume di gravità insomma e... il fiume è tale solo grazie agli argini, altrimenti è mare.
C'è il mare dell'umano indistinto che prima d'esser tale precipita scomposto in correnti fiumane, come quelle delle varie civiltà che prima di saldarsi hanno, forse, per necessità il bisogno di osservarsi divise; ma appunto la necessità non ha ragione, è fondata sugli istinti, e la ragione che la spiega non può essere scientifica, semmai politica.
"Apartheid" il nome d'uno di quei burrascosi fiumi che non nascono dalle vette della scienza ragionata ma dal basso degli istinti politici: non v'è scienza che dimostri la superiorità di una razza umana su un'altra (benché ne esista il mare), non ve n'è un'altra ancora che dimostri la superiorità di un siero su un pensiero (benché sussista l'ipotesi opposta).
Dunque ci si bagna eccome nello stesso fiume se le "giornate mondiali della memoria" contribuiscono a cancellarla la memoria relegando a un passato quasi mitologico il corso di quel fiume sancendone vanamente la sua irripetibilità nel presente.
E invece eccoci qui, al "delta" dove il fiume dividendosi non sfocia in mar civile alcuno, ma nella palude di una neo-plebe fieramente circoncisa che fonda il mito della sua nobiltà sulla superstizione di una pseudo-guarigione, e sul rito del rimprovero immaginandosi migliore; probabilmente è soltanto malata ma d'altra ipotesi ed è chiaramente ipotesi politica, affatto scientifica: un'ipotesi di civiltà delimitata da bar, ristoranti, palestre e centri commerciali: benissimo, a noi lasciate pure il mare... è qui che stiamo fondando la nostra idea di civiltà.