Blog di guerriglia semiologica e resistenza culturale


"LA REALTA' E' UNA MALATTIA." Valentino Picchi


giovedì 23 maggio 2019

OLTRE IL CONFINE


C’è da distinguere tra muri e confini: in entrambi i casi abbiamo a che fare con l’idea del limite, parola questa che dice inciampo[1], ostacolo che si pone di traverso al cammino o soglia che delimita un ambiente e quindi sollecita la nostra attenzione indicandoci il passaggio da uno spazio significato a un altro (ad esempio dalla strada a un negozio, o da uno spazio condominiale a una casa privata). I muri e i confini sono dunque limiti al di là dei quali si alternano i significanti dello spazio (“estero-domestico”, “pubblico-privato” ecc.).
Il limite espresso da un muro non produce significati ulteriori oltre lo spettro significante dell’ostacolo: il muro non parla d’altro che di sé[2], si auto-significa nel suo esprimere una fine, un non-oltre.
Il confine è invece una fenditura nello spazio e azione condivisa[3] che ne moltiplica il significato: qui lo spazio è il prodotto di un dialogo, assume dei connotati parlati che lo qualificano. “Italia” è infatti un insieme di significanti che si condensano nel concetto di “Italia” (cultura, lingua, ordinamento ecc.) e che “Svizzera” riconosce: il reciproco parlato è il riconoscimento che fende lo spazio, quello geografico e quello simbolico. In Europa ad ulteriore esempio, come in troppi a parlare è servita una moneta univoca cioè che parlasse una sola voce e più alta tale da esprimere valori massimi e minimi (vedi nota 2) entro i quali designare uno spazio simbolico: l’Unione Europea, che ha nell’ Euro il suo muro.
Alla mutezza del muro si oppone dunque l’eloquenza del confine: esso produce linguaggio, ci parla di culture e tradizioni, storia e politica. Esso ci fa anzi vedere oltre il muro: quando nasce un confine, sorge immediatamente tutto quello che vi è oltre: non è forse parlando Dio del noto albero (confine) che per Adamo ed Eva è sorto tutto ciò che era possibile oltre l’Eden?
Il confine dunque cambia il significato dello spazio, lo dice, consegna qualcosa di nuovo alla nostra percezione. E quale necessità di confini – piuttosto che di muri – tra gli individui per de-finirsi tali, e tali fra i tali? Come accorgermi di te e della tua libertà se tra me e te non stabilissimo un con-fine – per sua natura con-diviso – che ci renda reciprocamente visibili? E’ laddove, lungo il confine, si erigano mura che il dialogo – il parlarsi che è vicendevole crearsi – cessa: abbattere i muri ci aiuta a vedere i confini per considerare ciò che vi è oltre, a distogliere l’attenzione dalle pretese dell’ ”io” serrato nelle sue muraglie per lasciarci tentare dalla scommessa del “tu”.

HECHIZO ♠


[1] Dal latino “Lames” (Traversa). Deriva da una radice LIK oppure LIC che ha il suono e il senso di “piegare, andar di traverso”: lo ritroviamo infatti anche in “obLIQuo”.

[2] Dalla radice sanscrita MU che vale “chiudere”, “legare” ed è infatti la stessa per “MUto”. Ne ritroviamo traccia fonetica negli assoluti “miniMUs” e “maxiMus” proprio ad indicare un limite superlativo oltre il quale non si può incontrare altro e oltre di più piccolo o più grande.

[3] Dal latino “Cum”(Con) + “Finis” (Fine). “Cum” indica insieme, relazione; la “finem” è da una radice sanscrita FIND oppure FID col senso di “dividere” o meglio “fendere”: guardiamo pure alla congiunzione “and” in inglese (la congiunzione nei linguaggi crea relazione dividENDo i termini) e al “the end” che è appunto ”la fine”.

mercoledì 1 maggio 2019

BUON VIAGGIO

Il tuo cammino non  è fatto di passi; è un unico passo. Le molteplici immagini che compongono il viaggio producono un solo risultato: tu adesso, irripetibile; e basta un solo passo per cambiare la direzione di tutto il viaggio che è fatto di direzioni e non di mete.
Sebbene composto di gocce indistinguibili - delle più diverse forme e dimensioni - esiste solo il mare. 
Distogliendo lo sguardo dai passi puoi riuscire a vedere la direzione di quel singolo, unico passo che è la vita stessa e contemplarne l'orizzonte.
Il frammento spiega se stesso e non l'insieme, mentre l'insieme dispiega tutti i possibili significati del frammento. Da adesso buon viaggio, ma solo fino adesso. E poi buon viaggio.

HECHIZO♠



VIANDANTE, SONO LE TUE IMPRONTE

IL CAMMINO, E NIENTE PIU',

VIANDANTE, NON C'E' CAMMINO,

IL CAMMINO SI FA ANDANDO.

ANDANDO SI FA IL CAMMINO,

E NEL RIVOLGER LO SGUARDO

ECCO IL SENTIERO CHE MAI

SI TORNERA' A RIFARE.

VIANDANTE, NON C'E' CAMMINO,

SOLTANTO SCIE SUL MARE.

(Antonio Machado)