Blog di guerriglia semiologica e resistenza culturale


"LA REALTA' E' UNA MALATTIA." Valentino Picchi


giovedì 28 febbraio 2019

IN-FINITO

L'infinito è un concetto limitato in quanto concetto. Quell' "IN" che parrebbe una negazione della "FINEM" (che vale "estremità", "orlo", "punto di divisione tra") è piuttosto una particella allocativa, la rivelazione di un "dove".
La realistica palpabilità dell'infinito è possibile soltanto nella finitezza. Sperimentiamo il finito quotidianamente, esso è l' orizzonte della nostra percezione ed è da qui che scaturisce la possibilità dell'infinito (come prospettiva o ragionamento) di cui altrimenti non avremmo coscienza né concetto appunto. 
La possibilità dell' infinito va dunque cercata nell'esperienza del finito e solo qui possiamo cercare la sospensione della realtà attraverso la direzione vuota, il non fine. Pronunciando le parole "sempre" o "mai" - anzi già pensandole - l'infinito collassa nel limite del concetto stesso che esse producono e in quello dell'esperienza linguistica (l'unica in cui può manifestarsi). All'interno dei perimetri del finito, che è la nostra naturale e - questa sì - "eterna" condizione di partenza è rinchiuso il significato dell'infinito e la sua fisiologica richiesta di venirne liberato deve necessariamente restare irrisolta. Infinito è dunque intento perpetuo in-finito e irripetibile nello stesso non-tempo che è un non-dove. Può sembrare un ragionamento complicato o  apparentemente contraddittorio, ma basta voler smettere di comprendere per farne esperienza diretta e presa di coscienza immediata. Finito?  Ricomincia. E così per sempre mai.

HECHIZO♠

giovedì 21 febbraio 2019

LA NAZIONE DEGLI AMANTI

Amore e Psiche
L' "Eros" è uno spazio ontologico che può sfuggire al controllo del Leviatano malgrado i suoi tentativi di farne territorio di conquista attraverso vari strumenti quali la finzione dei simboli (fase linguistica) e la propaganda pornografica (fase industriale).
La falsa proposta dell' opzione sull'Eros come atto individuale e autosufficiente tenta di invertirne la natura in una scelta circoscrivibile tutta all'interno di interpretazioni razionalistiche: un innesco autodeterminante. Ma l'unico confine razionale che Eros accetta è quello del confronto col mistero dell'altro e la sua accettazione: non è un confine che delimita o esclude, è orizzonte bensì che accoglie.
Eros è una terra libera e come tale abitale solo da una nazione disobbediente: atti come pudore e fedeltà ad esempio assumono questo valore di disobbedienza alle fasi linguistica e industriale imposte dal Leviatano che vuole Eros come strumento di controllo dell'individuo. Esso invece, veicolato dai simboli della mitologia e della letteratura, ossia le narrazioni significanti di ogni civiltà, punta sempre a valicare i confini del tempo istituzionalizzato nel costume, come fatto ultra-storico che il Leviatano, in quanto fatto sempre storico, teme.
Eros è linguaggio fuori dal tempo e dallo spazio, linguaggio pericoloso per lo schema in corso quando gli resiste escludendolo dalla sfera pubblica, e lo fa paradossalmente con un atto di accoglienza incondizionata e privata : sottraiamo terra al Leviatano con il linguaggio segreto degli amanti, edifichiamone la Nazione.

HECHIZO♠