Blog di guerriglia semiologica e resistenza culturale


"LA REALTA' E' UNA MALATTIA." Valentino Picchi


mercoledì 27 marzo 2019

HA VINTO


Ha vinto la democrazia, ha vinto il buon senso, hanno vinto gli italiani, ha vinto il cambiamento… Che strano: vince sempre qualcuno o qualcos'altro, tu non vinci mai.
Non c’è narrazione che ti veda protagonista, esultante in cima a un podio con il tuo sudato trofeo in mano: tu, proprio tu, nomeccognome e faccia da stampare su un giornale o far girare in TV o su internet. La notizia è proprio questa: non balzerai agli onori delle cronache se non come un piccolo, anonimo tassello degli insiemi in cui ti hanno ficcato senza neanche chiederti il permesso.
Ti hanno insegnato dai tempi della scuola che “sei” parte di qualcosa e non che ne “fai” semplicemente parte, ti hanno insegnato cos'è opportuno e inopportuno pensare, cos'è vincere e perdere… ora fanno di te quello che vogliono perché hai ciecamente coltivato l’illusione di poter scegliere da che parte stare e di che colore essere quando in realtà i colori li avevano già decisi.
Questa cosa che chiamano storia è solo un racconto di cui sei ospite: ti raccontano ad esempio cos'è il Medioevo o che certe rivoluzioni hanno portato dei cambiamenti in giro, che le guerre mondiali sono soltanto due e sono entrambe finite, che hai un debito… e tu ci credi.  Sarebbe anche tutto ammissibile, non fosse per il fatto che in nessuna pagina di questa storia c’è scritto il tuo nome. Tutto ciò che “sai” ti è stato insegnato, non lo hai imparato altrimenti lo vedresti benissimo, ad esempio, che la cosiddetta “Seconda guerra mondiale” non è mai finita o che l’impero romano ha smesso d’esser tale non per colpa dei “barbari” ma dal momento in cui Roma ha smesso d’essere un’idea.
Forse per avere una qualche voce in capitolo è ciò che devi fare anche tu: smettere di essere un’idea, un’idea pensata da altri.
Riprendi tutto in mano, non è poi così difficile scovare le falle del racconto: basta osservarne le ragioni e le ragioni di chi lo ha stabilito risalendo fin addove mito e cronaca arrivano a confondersi. Per riuscire in questa impresa devi uscire dalla storia così come te l’hanno imposta perché non ti riguarda veramente, perché non hai partecipato mai alle cause ma sei sempre stato semplice spettatore delle conseguenze: la storia in fatti non l’ha mai fatta nessuno, dal luogo delle conseguenze abbiamo sempre ascoltato il racconto delle cause. Compi allora il tuo personalissimo scisma: se non esci dalla storia, la tua massima aspirazione potrà essere quella di una piccola nota a margine nel grande libro delle vittorie e delle sconfitte per cui "democrazia", "buon senso", "cambiamento" o addirittura "gli italiani" continueranno a vincere, tutti, al posto tuo.


HECHIZO♠

lunedì 18 marzo 2019

IL PIANETA DI GRETA


Il pianeta di Greta è un posto davvero strano: è identico al nostro in tutto e per tutto - una sorta di specchio - ma fatto di abitudini estreme e popolato di gente esageratamente sensibile a certi temi, insomma ci tengono alla pelle e a quella di tutti. Valutato ad esempio il fatto che un solo volo in aereo per coprire un’ipotetica  distanza da New York a S.Francisco produce il 20% dei gas serra emessi in un intero anno da un’automobile (non catalizzata), il traffico aereo è stato interamente paralizzato fino al completo sviluppo di nuovi carburanti, manca poco comunque: da decenni i grandi colossi finanziari si sono mossi con investimenti di centinaia di miliardi di dollari/euro in energie a impatto-zero, quello che sta succedendo – con fatale ritardo – anche sul nostro pianeta dal momento in cui Goldman Sachs, JP Morgan & affini hanno deciso di proiettare i loro interessi sulle rinnovabili, d’altronde qui sono i soldi che decidono sulla nostra salute e sul destino del pianeta stesso non certo il bene supremo dell’individuo universalmente inteso, come succede là sul pianeta di Greta.
Puoi figurarti come, sul pianeta di Greta, l’automobile (superata da un pezzo come mezzo di spostamento privato) fosse a suo tempo considerata una vera iattura, nessuno gongolava più per la cazzo di automobiluccia nuova... e non parliamo di internet e inquinamento elettromagnetico… sì forse esagerano, credi?
A ben guardare ciò che distingue, almeno culturalmente, gli abitanti di quel pianeta da noi è un fattore su tutti: il “principio della delega”. Sul nostro pianeta infatti, o almeno in una sua parte (quella “progredita” diciamo), finché un aspetto della realtà non viene elevato su uno spettro di massa è come se non producesse effetti sulla realtà stessa, o questi effetti fossero del tutto ininfluenti. Come può una caccolina del mio naso lanciata fuori dal finestrino mentre attendo il verde del semaforo contribuire a una catastrofe ambientale planetaria? Quale processo industriale implicato nella produzione del mio “make up”, del mio vestito nuovo o del mio cappuccinoecornetto può mettere in discussione un intero sistema di abitudini e valori? E' così, inquini da quando sei nato e i tuoi genitori prima di te: anche il tuo respiro malato di modernità contamina l’ambiente intorno a te.  E pensare che fai una differenziata chirurgica, non mangi carne e guai a chi ti tocca i cani, per non parlare di tutti quei selfie che comprovano le tue filantropiche militanze… e cos' altro posso fare io che non sono nessuno? Vabbè... deleghiamo a qualcuno il compito di guidarci, qualcosa inventeranno, magari gli stessi che ci hanno messo in questo casino.
Fa’ finta di niente allora e prega che non si sappia troppo in giro della tuia indole inquinante, continua a essere nessuno, spera che la tua esistenza non si scolli dalla confortante e anonima realtà quotidiana per diventare uno spettacolo di massa: non avresti scampo, l’esercito di “Greta” verrebbe a cercarti e sarebbero veramente cazzi tuoi: non dal semaforo, non dalla macchina, ma dal destino della tua caccola dipenderebbe quello dell’intero pianeta Terra se il pulpito lo decidesse, esso direbbe chi sei, in cosa credere e cosa devi fare… altro che differenziata.
Oppure lasciala stare quella ragazzina, non tifarle contro o a favore, ignorala, non inquinare anzitutto la tua attenzione, non distrarla da ciò che va fatto, intervieni su te stesso cioè la porzione di realtà che più ti riguarda (prima che lo faccia il pulpito mediale) se vuoi seriamente rendere il tuo pianeta almeno simile al pianeta di Greta di cui, forse, fino a qualche giorno fa ignoravi persino l’esistenza: il venerdì continua ad andare a scuola o a lavoro, ma vacci in un modo diverso: ti stupirà pian piano capire che sul pianeta di Greta non esiste nessuna fottutissima “Greta”, mentre qui fai ancora in tempo a prendere in considerazione le logiche conseguenze della  possibilità che esista tu, le tue abitudini assurde e il ciclo del carbonio.

HECHIZO♠

giovedì 14 marzo 2019

SMASCHERARE GRAY


A pochi fortunati è stato concesso il dono dell'eterna giovinezza, in virtù di quale patto col diavolo o segreto condiviso, non è dato sapere. C'è da invidiarla questa schiera di (non) eletti dato che - attraverso i millenni - per la conquista di cotanto privilegio si sono scomodate intere mitologie, combattute le più leggendarie battaglie, consumati sacrifici in nome dei più disparati "graal".
Il potere scorre nelle loro vene dorate, i loro volti brillano come diamanti indistruttibili forzosamente incastonati sui nostri schermi da maldestri orafi: gli artigiani della metainformazione.
Non invecchiano, non cedono: esteti dell'immutabile, divinità fuori dal tempo. Ma il trucco c'è, e si vede. Qualcuno infatti invecchia e si abbrutisce al posto loro: questo è il segreto. Il ritratto sul quale è stata gettata la maledizione del tempo siamo proprio noi, comuni mortali senza destino. Siamo noi la tela che riflette il volto avvizzito e il corpo deformato del potere intramontabile, siamo noi la tela di Basil che ammuffisce al posto del giovane esteta senz'anima. Viviamo ai piedi di un Olimpo la cui cima giunge al di là della verità e della menzogna.
La narrazione di questa grottesca mitologia continuerà all'infinito se non riusciremo a squarciare la diabolica tela in cui ci ritroviamo dipinti, divisi gli uni dagli altri e persino all'interno di noi stessi, come loro ci vogliono. Per farlo dovremo riprendercelo il destino smettendo di farne solo una questione politica o economica, trasformandola in una questione estetica.
Sia questo lo strappo, l'atto di civiltà che possa restituire alla tela la sua originaria bellezza, i suoi colori giovani... e al potere di questi strani giorni, i coerenti connotati di un vegliardo triste e sconfitto.

HECHIZO♠


giovedì 7 marzo 2019

DE-SCRIZIONE DELLA DESCRIZIONE

Descrivere come "estrarre qualcosa da ciò che è scritto": la descrizione non aggiunge senso, non completa la definizione di un oggetto, vale l' esatto opposto. 
Descrizione è destrutturazione. Ogni aggettivo, espressione o combinazione di frasi che si riferiscano alla fonte (l' oggetto) è in realtà estratto dalla fonte stessa, un processo del logos (logico...) di sottrazione che ci avvicina all' "indescrivibile" quando cioè non è più possibile estrarre senso dall'oggetto. 
Prima dell' indescrivibile, che - paradossalmente - è già descrizione, sta l' oggetto allo stato di puro significato che ancora non ha spiegato alcuna delle sue potenzialità. Tutto ciò è esperibile con qualsiasi oggetto-parola (o parola-oggetto) che possiamo prendere in considerazione e può portare la nostra mente a conseguenze interessanti, alle soglie della metafisica e del puro spirito: l' indescrivibile. 
Propongo la pratica di questo esercizio: partite da un oggetto qualsiasi, o un vocabolo (ai più attenti non sfuggirà che entrambi i termini valgono la stessa cosa, i meno attenti hanno appena letto ciò che può essergli sfuggito quindi ora siamo a posto e tutti attenti...) e iniziate a descriverlo magari appuntando gli aggettivi, i termini e i pensieri che l' oggetto-vocabolo vi suggerisce in modo da evitare ripetizioni. Probabilmente vi sorprenderà la lunghezza del percorso, ma per coloro che giungeranno alla soglia dell' indescrivibile sarà ad attenderli un'esperienza molto interessante e davvero difficile da... descrivere.

HECHIZO♠

E poi aggiungo,
per descrivere occorre sottrarre:
nel percorso di definizione
de-scrizione è sottrazione,
rappresenta un camminare all'indietro,
disintegrare l'oggetto osservato
verso la sua condizione di potenzialità assoluta*
disintegrare l'oggetto osservato
rappresenta un camminare all'indietro,
descrizione è sottrazione
nel percorso di definizione:
per descrivere occorre sottrarre,
e poi aggiungo.

V.P.

*Per maggior facilità di comprensione del testo, leggere questa frase 2 volte.