"Hechizo" blog di Valentino Picchi
Blog di guerriglia semiologica e resistenza culturale
Blog di guerriglia semiologica e resistenza culturale
"LA REALTA' E' UNA MALATTIA." Valentino Picchi
venerdì 6 giugno 2025
FAHRENHEIT CLUB: "Altrimenti."
sabato 15 febbraio 2025
RITORNO ALLA PUPILLA

In quella che consideriamo la nostra modernità in particolare, il confine tra il reale e la sua rappresentazione è andato via via assottigliandosi fin quasi a scomparire: la vita ha come rinunciato a essere creatrice di sé e dunque dell'evento, bensì è l'evento a produrre vita, la narrazione non sgorga più dal soggetto ma dall'oggetto osservato e incaricato.
Il momento dello spettacolo diviene affermazione dell'apparenza che istituisce il vero, di cui il falso costituisce testata d'angolo: quanta storia, quanta legge, quanta vita è scaturita da quella partita di calcio, da quel telegiornale, da quel film, da quella scena passata sullo schermo?
Vige in te la convinzione di partecipare allo spettacolo, ma in realtà è lui che ti utilizza per contribuire alla produzione del vero, alla produzione di te per far vivere se stesso: è lui che ti partecipa.
Veniamo sì travolti da un fiume poderoso e strabordante rispetto alla nostra capacità di opporre il nostro vero sulla scena, giacché della scena abbiamo smarrito la via: essa passa dentro casa nostra e per le nostre mani, ci espropria del segreto senza chiedere il permesso, o con un "buonasera" al massimo.
Noi stessi diventiamo parti di quel falso, falso perché non ha niente a che fare con noi: ci facciamo sparpagliare, è l'uomo generalizzato, disintegrato come uno tra i diversi ingredienti nel frullatore della realtà, che si trova ricomposto in altro cibo.
Intoniamo e sbandieriamo opinioni non richieste fra gli estremi opposti della polarizzazione dialettica: sanremo sì-sanremo no, il calciatore si inginocchia contro il buh-buh-buh, il vestito del cantante distrae dalla sua voce, scorre il personaggio gender-fluid nella serie tv, la modella calva normalizza il cancro... quasi lo fa bello... ma già ci siamo dentro: non realizziamo la scena, è lei che ci realizza.
Di contro, l'uomo che risale al suo particolare, alla "reconquista" della sua mitologia personale - hasta siempre! - riesce a veder da fuori, emancipato dalla scena ricorda corpo a corpo in agorà, i suoi di lui, gli agoni fra narrazioni forti e narrazioni deboli, l'odore del sangue che è quello della storia.
Padrone del suo tempo, l'uomo senza spettacolo non subisce pause pubblicitarie e pop-up invasivi: il suo guardo non ha schermo e sponsor che lo garantisca, non teme censura che poi è censura sull'argomento imposto dallo spettacolo stesso.
Via dalla telecamera, tornare alla pupilla: realtà contro reality, la scena in strada piuttosto che la strada in scena da romanzo criminale ove il crimine è la dittatura della banalizzazione sia del male che del bene.
Fuori da ogni suggestione lo show che conta è solo il tuo: lo spettacolo sei tu, ed è anche gratis.
HECHIZO ♠ VP
sabato 17 agosto 2024
LA DELEGA DELLA PERCEZIONE
Presupposto ineludibile del caldo “percepito” non può che essere il caldo “effettivo” – entrambi misurati in gradi Celsius – in una circolarità logica dove un fattore dà modo di esistere e attribuisce senso all’altro: non può esserci un caldo percepito che abbia un senso autonomo senza un caldo “ufficiale" di riferimento e, viceversa, senza l’introduzione di un caldo “nuovo” – com’era fino a qualche anno fa – nessuno si porrebbe il problema dell'esistenza di un caldo “assoluto” che sarebbe quello "vero" e unico per tutti.
Ma qual è il caldo che, sostanzialmente, più meriterebbe di esser preso in considerazione?
Il fatto che i bollettini meteo indichino una certa temperatura in un dato momento della giornata incidono sulla percezione che ognuno di noi può averne? Certo che sì, in base alle nostre condizioni ambientali e psico-fisiche: è dunque la nostra percezione soggettiva a stabilire il modo in cui, appunto, il nostro corpo e la nostra mente interpretano il valore di quel dato; d'altronde un chilometro da percorrere a piedi non è lo stesso chilometro per un ventenne e per un settantenne o ancora per un ventenne costretto su una sedia a rotelle: ognuno di loro – sebbene tutti ragionino in metri – percepirà quel chilometro in modo diverso e sarà quello il valore esperienziale assoluto, uno per ogni individuo.
Dal punto di vista contestuale poi, 35° gradi in spiaggia non sono gli stessi che su una strada asfaltata, 40° non hanno lo stesso significato se registrati in Norvegia o nel Sahara, cento metri in discesa sono diversi da cento metri in salita ecc.
Il campo di indagine non è dunque l’unità di misura o l’attributo che la qualifica, “reale” o “percepito” che sia, poiché entrambi in tal senso – cioè nel guscio dell’esperienza personale – non esistono.
Pretendere allora di attribuire un valore assoluto per tutti, come si pretende con la temperatura “percepita”, a un qualcosa che viene prodotto da una serie di concause soggettive e circostanziali – oltretutto basato su un presupposto contestualmente relativo come la temperatura “effettiva” – significa invadere il campo della percezione, e di percezioni ne esistono tante quanti sono gli uomini e le bestie… a meno che gli uomini, e non certo le bestie, abbiano realizzato l’uso di demandare a un’ acefala semantica parascientifica il compito di conferire attributi e valore a ciò che prima veniva qualificato dai sensi, dalla psiche e dall’esperienza di ognuno (certo è Agosto per tutti, e neanche per tutti, ma ognuno ha il "suo" Agosto): una sorta di delega delle proprie percezioni, effettiva quanto… affatto percepita.
HECHIZO ♠ VP
martedì 19 settembre 2023
LA PRASSI COME ATTIVITÀ SIMBOLICA
Il potere non dei simboli in sé, ma del simbolico in quanto attività, non risiede semplicemente nella produzione di significati quanto nella sua permeabilità, ossia la capacità di contaminare la prassi (come succede per esempio nelle religioni).
mercoledì 13 settembre 2023
LA LIBERTÀ DI MOVIMENTO NELLA CIVILTÀ DEI CODICI
giovedì 29 giugno 2023
"berlusconi"
'A livella di decurtisiana memoria non ha risparmiato neanche lui, come legge di natura impone a dispetto d'eccezioni "ad personam" cui lo stesso ci aveva politicamente abituato.
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martedì 5 ottobre 2021
TACHICRAZIA
[1] "Polis" è la dimensione ineludibile dell'uomo sociale pubblico e privato: tutto ciò che fai e che non fai, ha un effetto politico.