Servito il lauto pasto agli sciacalli da social: eccoli i lesti danzatori del neo conformismo che ballano intorno alla carogna d'uomo - come sempre - pronti a sfamarsi di verità facili facili, immergendo il muso nelle viscere dello sprovveduto di turno, che poi è il prototipo del turista moderno, quello che davanti a un orso non resiste proprio, deve farsi la fotina... "Sorridi mamma orsa dai... cheeese!"
E mamma orsa - è già accaduto - non sorride manco per niente: lei non è mica un piatto di tagliatelle guarnito dallo chef, non è uno spritz da tramonto, non è una spiaggia tra le cosce da ostentare al mondo per dimostrare di essere felici... è natura che si difende, si difende dall'idiozia, morte sicura amici miei... a differenza dell' idiozia che non si cura affatto.
E dopo che fanno quegli altri? Sparano all'orsa, cioè al niente: alla natura che non può fare a meno di fare ciò che fa, quindi sparano a loro stessi, a un concetto per affermarne un altro... "Giustizia"? Macché: "vendetta", a casaccio.
Un suicidio filosofico questo, che segue a quello involontario dell'andare a rompere le palle a un'orsa con tanto di orsacchiotti al seguito.
Eh ma ora te lo stanno dicendo tutti, povero scemo! Hai avuto ciò che ti meritavi! Non era Winnie Pooh quello là! Ma pensa te, ci meritiamo proprio l'estinzione!
Ma tanto tu - per ora tu e basta - ormai ti sei già estinto: non puoi ascoltarli, non puoi leggerli questi preti "force of nature", questi paladini dell'istinto animale che ti insultano... chissà se avrebbero avuto il coraggio di dirtelo in faccia, da vivo, caro il mio esemplare d'uomo imprudente, giustamente anzi naturalmente morto ammazzato.
Cosa vuoi che conti chi tu fossi? Cosa conta chi ti ha amato, se e quali i tuoi di cuccioli rimasti orfani, i tuoi amici e le tue opere prima di quella cazzata? Non meriti pietà! E chissà quanti analoghi quesiti pendono su tutti gli esperti alpinisti traditi dalla neve o dal vuoto, sugli abili marinai morti di tempesta, o sui piloti d'aeroplano condannati dalla gravità per un errore, per fatalità, per stupidità, per aver osato interpellare la natura nel momento sbagliato: che la natura non è fatta certo di soli orsi.
E infatti oltre che di orsi, gravità, tempesta e caso, la natura è fatta pure di imbecilli, sì ha previsto pure quelli in modo che la specie possa specchiarsi, per evolversi: non solo dunque lo sprovveduto che vuole farsi il selfie con l'orso ma anche il suo simmetrico, chi lo giudica e lo condanna da una tastiera, la stessa che usa per pubblicare un selfie col tramonto riflesso nell'aperitivo, il telefono messo in un certo modo, la boccuccia, le "good vibes" del cazzo... la differenza è l'orso, l'idiozia è la stessa.
Amico, augurati che in quel fatidico giorno non ci sia nessuno a giudicare il modo in cui sei morto, si tratti d'orsi o Lamborghini lanciate in autostrada, che tu sia un motociclista anonimo o un famoso calciatore ne andrà comunque della tua reputazione e non potrai rispondere, giustificarti, chiedere rispetto o almeno un po' di pietà, perché sarai morto stecchito con buona pace di tutta la fatica che hai fatto per farci capire sui social quanto eri figo e fortunato: di te resteranno post e commenti, incrocia le dita.
Ricorda soprattutto, prima di scrivere, che la natura si difende anche da te, ogni giorno, ogni minuto, ogni volta che accendi la luce, che carichi lo smartphone, che metti in moto l'auto, che strisci il bancomat... e poi qui al Fahrenheit Club, è pieno di orsi incazzati che ti osservano.
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