“Sappiate avere
torto, il mondo è pieno di gente che ha ragione. E’ per questo che marcisce.”
(L.F.Celine).
Ragioni, la
scena politica ne è sempre stata piena: spesso però si tratta di scena senza
azione reale, senza azione politica tangibile. La tensione superficiale
dell’acqua – quella pellicola che impedisce a certi oggetti di affondarvi o
permette a certi insetti di camminarvi sopra – è simile all’ equilibrio
dialettico che tiene in vita il canovaccio del dramma politico (1) e di chi vi
galleggia. Il pesce morto anche galleggia e bene, quando l’acqua si fa piazza
(2).
Se lo spettacolo
poi è guardar se stessi mentre la scena è vuota ecco apparire le ragioni del
pesce e del suo galleggiare, per esser facilmente catturato in branchi
attraverso la rete – sia essa di corda o trame binarie di 0 e di 1 – ma,
risalendo la trama del vuoto, arrivi comunque al pescatore.
Per la meccanica
del linguaggio ogni “bianco” crea automaticamente il suo “nero”: la totalità
dei colori nel primo caso come l’assenza di colore nel secondo costituiscono lo
stesso fenomeno, una sorta di “effetto Camisir” per cui due vuoti a confronto,
ad esempio “sovranismo” ed “europeismo” – quel “bianco” e quel “nero” – danno
vita a una sovrapposizione che diventa identificazione; la scena di cui sopra
quindi continua a esser vuota, malgrado le forze attrattive spingenti da destra
e sinistra siano prodotte dal vuoto stesso e dallo stesso vuoto.
Questo gioco di
energie non risolve il tuo quotidiano (3), è puro intrattenimento neanche ben
argomentato, ma la tua vita è l’argomento reale: perché gettarla in pasto ai
pesci? Perché delegarla agli squali della comunicazione spacciatori di branchi
e di branchie? La tua fame antisovranista chiede certo di più se è vera fame,
la tua fame sovranista meriterebbe confini dialettici più ampi di porti e
presepi… ma fame ideologica resta – o logideica [4] – e in ogni caso: vuoto.
Vedi allora
com' è facile cadere dall’ una o dall’ altra parte del vuoto pur paventando il
piglio di non recar bandiere, di non esser parte della scena e quindi delegarla
a quei pescatori d’uomini che fanno del vuoto ciò che vogliono: ragioni; ma ragiona
piuttosto e condannali alla forma per farti tu informazione (5) e pescatore sì, ma
di idee.
HECHIZO ♠ VP
NOTE
[0] ΕΝΕΡΓΕΙΑ = EN-ERGON
= “PIENA AZIONE”.
[1] Dramma è l’azione
(dal greco “drama”), quella invocata dal regista di cinema oltre a quella teatrale:
come la nostra vita, in quanto insieme di azioni, è teatro.
[2] Piazza che è dal
latino “platea”: vedi, pur scendendo in piazza non ci siamo mossi dal teatro e
oltretutto siamo pubblico galleggiante (che urlicchia gonfiandosi alla guisa
del gallo), non gli attori cioè i fautori dell’azione.
[3] Se la ragione è
“ratio” ossia razione di quanto ti spetta, il “quotidiano” è la razione ovvero
la quota dei tuoi giorni (“quotus dies”) nel mondo, per cui prendi oggi la tua
vita quotidiana come il pane che invochi (“metti nella voce”) poiché la voce riempie
i vuoti come il pane lo stomaco.
[4] Neologismo da
contrappasso all’idea che si fa logica ove lo sterile rigore di una logica
ambirebbe al rango dell’idea.
[5] Esser tu la forma e
deciderne le… forme (non come dettata dal parlato mediatico che de-forma e che
uni-forma), perché la forma annulla il vuoto e la tua voce che invoca è già forma formata: voto.
Nessun commento:
Posta un commento