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A ben vedere, possiamo allargare lo
spettro a tutta la gamma delle azioni umane poiché è il presente a non esistere
se non come somma di momenti, è poi la qualità della narrazione a definirne gli
attributi e i confini: il gesto[3] umano in definitiva non è
che descrizione le cui conseguenze producono altre descrizioni, per descrivere
qualcosa occorre poi che sia già accaduta.
La narrazione stessa è a sua volta gesto,
in realtà è l’intera vicenda umana – comprensiva dunque di tutte le narrazioni
possibili – ad affiorare come evento (gesto)[4] sempre narrabile.
L’esistenza di un’azione assoluta che
descriva se stessa dal suo stesso interno esaurendo ogni altra possibile
narrativa (gesto) che la definisca, corrisponde all’interrogarsi sul piano
dell’essere che è il piano di Dio in quanto “gesto”[5] fuori dal momento (tempo e
spazio), cioè indipendente dalle narrazioni che ne possano scaturire. Ma
rimanendo coi piedi per terra affinché vi sia almeno la possibilità di un
salto, la tua vicenda personale che chiami vita è un insieme di gesti e
momenti, ossia descrizione di quanto hai già compiuto: il tuo salto. Del quanto
e come sarà di te narrato, di ciò che potrai fare per governarne la narrazione,
potrai sapere solo dal momento in cui sarai nato[6] e al netto
delle possibilità che tu già lo sia,
preoccupati del prossimo salto: la tua prossima vita[7], che è sempre quella che
hai già vissuto.
[1]
Da “saltus” che è participio passato del verbo in latino “salire”, il suo
significato originario è dunque quello proprio di un’azione – il salire, andare
o scorrere verso l’alto – volta al passato.
[2] Momento
è una sincope di “movimento”, è questa una delle tante tracce
dell’attributo-spazio che incontriamo nel parlato per qualificare il tempo:
quanto dura un momento? In questo caso, lo spazio di un salto.
[3] Anche il
gesto, “gestus”, è un participio passato (“gerere”).
[4] Anche
qui coerentemente un’azione, il “venire”, già al passato.
[5] “Io
sono” è il gesto perpetuo e assoluto dell’essere, esso non ha momenti.
[6] Il
futuro anteriore è l’unica modalità temporale in cui è possibile nascere.
[7][ La vita come fatto parlato oltre le frontiere biologiche dei corpi è
testimoniata dal nostro linguaggio per cui essa è il tempo di un vissuto o la
sua forma, è bella vita, sostentamento
(“vitto”) nel guadagnarsi la vita,
biografia o la persona amata come vita
mia ecc.
Sostituire la parola vita con “racconto” o “narrazione”
è un gioco interessante da vivere...
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