Il pianeta di Greta è un posto davvero strano: è
identico al nostro in tutto e per tutto - una sorta di specchio - ma fatto di abitudini estreme e
popolato di gente esageratamente sensibile a certi temi, insomma ci tengono
alla pelle e a quella di tutti. Valutato ad esempio il fatto che un solo volo
in aereo per coprire un’ipotetica
distanza da New York a S.Francisco produce il 20% dei gas serra emessi in
un intero anno da un’automobile (non catalizzata), il traffico aereo è stato
interamente paralizzato fino al completo sviluppo di nuovi carburanti, manca
poco comunque: da decenni i grandi colossi finanziari si sono mossi con
investimenti di centinaia di miliardi di dollari/euro in energie a
impatto-zero, quello che sta succedendo – con fatale ritardo – anche sul nostro
pianeta dal momento in cui Goldman Sachs, JP Morgan & affini hanno deciso
di proiettare i loro interessi sulle rinnovabili, d’altronde qui sono i soldi
che decidono sulla nostra salute e sul destino del pianeta stesso non certo il
bene supremo dell’individuo universalmente inteso, come succede là sul pianeta
di Greta.
Puoi figurarti come, sul pianeta di Greta,
l’automobile (superata da un pezzo come mezzo di spostamento privato) fosse a
suo tempo considerata una vera iattura, nessuno gongolava più per la cazzo di automobiluccia nuova... e non parliamo di internet e
inquinamento elettromagnetico… sì forse esagerano, credi?
A ben guardare ciò che distingue, almeno
culturalmente, gli abitanti di quel pianeta da noi è un fattore su tutti: il
“principio della delega”. Sul nostro pianeta infatti, o almeno in una sua parte
(quella “progredita” diciamo), finché un aspetto della realtà non viene elevato
su uno spettro di massa è come se non producesse effetti sulla realtà stessa, o
questi effetti fossero del tutto ininfluenti. Come può una caccolina del mio
naso lanciata fuori dal finestrino mentre attendo il verde del semaforo contribuire a una catastrofe ambientale planetaria? Quale processo industriale
implicato nella produzione del mio “make up”, del mio vestito nuovo o del mio
cappuccinoecornetto può mettere in discussione un intero sistema di
abitudini e valori? E' così, inquini da quando sei nato e i tuoi genitori
prima di te: anche il tuo respiro malato di modernità contamina l’ambiente
intorno a te. E pensare che fai
una differenziata chirurgica, non mangi carne e guai a chi ti tocca i cani, per
non parlare di tutti quei selfie che comprovano le tue filantropiche militanze… e cos' altro posso fare io che non sono nessuno? Vabbè... deleghiamo a qualcuno il compito di guidarci, qualcosa inventeranno, magari gli stessi che ci hanno messo in questo casino.
Fa’ finta di niente allora e prega che non si
sappia troppo in giro della tuia indole inquinante, continua a essere nessuno, spera che la tua esistenza
non si scolli dalla confortante e anonima realtà quotidiana per diventare uno
spettacolo di massa: non avresti scampo, l’esercito di “Greta” verrebbe a
cercarti e sarebbero veramente cazzi tuoi: non dal semaforo, non dalla
macchina, ma dal destino della tua caccola dipenderebbe quello dell’intero
pianeta Terra se il pulpito lo decidesse, esso direbbe chi sei, in cosa credere e cosa devi fare…
altro che differenziata.
Oppure lasciala stare quella ragazzina, non tifarle contro
o a favore, ignorala, non inquinare anzitutto la tua attenzione, non distrarla
da ciò che va fatto, intervieni su te stesso cioè la porzione di realtà che più
ti riguarda (prima che lo faccia il pulpito mediale) se vuoi seriamente rendere
il tuo pianeta almeno simile al pianeta di Greta di cui, forse, fino a qualche giorno
fa ignoravi persino l’esistenza: il venerdì continua ad andare a scuola o a lavoro, ma vacci in un modo diverso: ti stupirà pian piano capire che sul pianeta di Greta non esiste nessuna fottutissima “Greta”, mentre qui fai ancora in tempo a prendere in considerazione le logiche
conseguenze della possibilità che esista
tu, le tue abitudini assurde e il ciclo del carbonio.
HECHIZO♠
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